ll David e la Ferrari in giardino. A Petra protagonista il bello della tradizione italiana

03.02.2019 18:30

Una visita a “Petra” (ModenaFiere, dal 9 al 17 febbraio, in contemporanea con “ModenaAntiquaria”) è come immergersi in una cornucopia di sorprese”. “Qui l’affermazione che “i giardini sono una delle forme dei sogni”, diventa realtà. A garantirlo è Paolo Fantuzzi, Direttore di ModenaFiere. “Nel grande parco creato nel padiglione di ModenaFiere, c’è – assicura Fantuzzi – proprio di tutto e di più. All’insegna dell’originalità, della rarità, della curiosità”. Per questo “Petra”, adeguandosi ai tempi e alle istanze di continue novità, ha saputo mutare il suo volto. Inizialmente si è proposta come mostra mercato di opere in pietra e marmo, per esterno, trasformarsi poi gradualmente nella più ampia o sorprendente vetrina italiana di tutto quanto può trovare posto in una casa di campagna, ma anche in un loft di città o in un locale che rifugga l’anonimato. All’insegna di un country di livello e di proposte di anno in anno nuove, che sanno creare tendenza nel settore. “Un pezzo trovato a Petra spesso risolve il problema di dare un’anima ad un locale o ad un arredamento”, assicura uno dei moltissimi interior designers che setacciano questa mostra mercato alla ricerca di quel “pezzo giusto”. La grande sorpresa di Petra 2019, edizione per altro ricchissima di proposte e novità, è offerta dal grande giardino centrale progettato dall’architetto Tiziano Lera che propone un inconsueto accostamento, al centro del padiglione, di un David alto sei metri, scultura in bronzo tratta dall’originale michelangiolesco dai maestri di Pietrasanta e una supercar made in Modena. Nel giardino dominato dal David in formato gigante, sono inoltre proposte creazioni in bronzo e marmo, di alcuni dei maggiori artigiani artisti contemporanei di Pietrasanta. Con le molte novità, Petra propone anche una conferma dei suoi “fondamentali”, ovvero di quelle presenze che da sempre l’hanno caratterizzata. Come sempre saranno presi d’assalto gli stand che propongono testimonianze dell’archeologia industriale tra Otto e primo Novecento: strumenti di lavoro, tavoli, enormi lampade ma anche strutture architettoniche liberty e decò, infissi d’epoca. Materiali spesso provenienti dal nord Europa o dai Paesi dell’Europa dell’Est. Dall’Europa occidentale giungono invece “pezzi” provenienti da conventi, scuole, caserme, stazioni dismesse o distrutte, arredi di vecchi hotel. Ricca come sempre, la proposta di “ferri” e ghise: cancellate, ringhiere sino alle strutture di vecchi doks. Così come ampia è la gamma di marmi e pietre, dai pozzi alle fontane alle sculture per giardino. Visitare Petra è come partecipare ad continua caccia al tesoro, ricchissima di sorprese. Ci si trasforma in rabdomanti del bello perché ogni espositore, accanto ai suoi pezzi forti, esposti in bella evidenza, ha in serbo il meglio di ciò che ha saputo raccogliere o intercettare nelle sue ricerche. E davvero c’è di tutto e di più. Qui si possono materializzare il pezzo da sempre cercato o quello che ti porta all’immediato innamoramento, quello che sembra sfuggirti e che invece, come un tarlo, ti entra in testa e non ti si smuove. Per questo visitare Petra è innanzitutto un piacere ed un divertimento.

 

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