OSTUNI, LA CITTA’ BIANCA di Giovanna De Giglio

07.02.2020 09:00

La scorgi di botto, percorrendo la stada sinuosa che sale sino a 299 metri di altitudine sul mare.  E’ Ostuni, “La città bianca”  , in provincia di Brindisi – ci si arriva percorrendo la statale 16, direzione  Brindisi.

Arroccata su tre colli, un paesaggio degno di un acquerello di un pittore di Saint Paule de Vence, “il paese di calce” si fa il trucco ogni anno. Si perche’ le case del borgo antico devono essere rigorosamente pittate di calce bianca.

“Un paesaggio di borotalco” per il turista che lo osserva dall’alto, su di un cielo terso, tra le colline verdeggianti della Murgia pugliese, punteggiata di trulli e masserie, assopita dal cicaleccio di grilli e cicale.

Ostuni deve il suo nome alla civiltà greca “Astu-Neon”  la città nuova, ma evidenti sono le tracce del passaggio dei Messapi e dei Bizantini,  come si evince dagli affreschi del XIII secolo nella cripta della chiesa di Santa Maria della Nuova.

Tappa obbligata per il turista e’ il borgo antico, un dedalo di viuzze e vicoli , le cui abitazioni, dai portali decorati sono caratterizzate da balconi ampi, su cui troneggiano gerani coloratissimi. Ci si inoltra a piedi e ci si perde nelle strade e nei vicoli sghembi,  complice il profumo delle zagare e degli oleandri . Ecco  d’improvviso un ristorantino, ricavato nella roccia,  o un loggiato o l’ampia scalinata che riporta dall’altra parte del paese.

Da non perdere la cattedrale del XV secolo con la facciata  in stile tardo gotico, nella quale si incastona un rosone frastagliato a 24 raggi.  Appena fuori dal borgo si vedono le alte mura  innalzate dagli angioini per difenedere la città dalle invasioni.  Uno spettacolo  suggestivo , un grappolo  di casette, strette una affianco all’altra,  in bilico sul colle. Ritornando nella piazza  cittadina, la testimonianza dello stile barocco leccese,  la guglia dell’obelisco di Sant’Oronzo (realizzato nel 1771 da Giuseppe Greco)  protettore  della città. Ed e’ al patrono che è dedicata  “la cavalcata di Sant’Oronzo” , la manifestazione folkloristica più suggestiva dell’estate ostunese.  Il 26 e il 27 di agosto la città si anima al trotto di cavalli con cavalieri in costumi d’epoca che accompagnano la statua del santo, il tutto cadenzato da un motivetto suonato da grancassa, tamburo e piffero.  Il corteo ha richiami arabi : i cavalli adornati con gualdrappe rosse; i cavalieri indossano un copricapo cilindrico che rimanda al “fez” turco  e che si intona ai larghi pantaloni  bianchi e al giubbotto rosso con trine bianche. L’origine della caratteristica processione è molto antica, alcuni storici datano al XII secolo l’inizio del rito, compiuto da 24 ostunesi.

Per i giovani e per chi vuole puntare  su una vacanza economica è opportuno soggiornare nelle masserie e nelle aziende agrituristiche (nella zona ce ne sono molte che offrono ospitalità  a prezzi convenienti  con opportunità di gustare piatti tipici e sapori di  Puglia).

Il clima è mediterraneo, molto seccco, d’estate ; ma il mare non è lontano, 6 chilometri , ed ecco gli arenili di sabbia del Pilone.  A pochi chilometri il villaggio turistico di Rosamarina: ville immerse nel verde, boungaville e oleandri fanno da contorno ad un mare ancora non contaminato. A Villanova  e a Costa Merlata il mare si insinua anche in asfratti  e si fa scuro di un verde intenso.

Gli amanti delle chincaglierie ad Ostuni non resteranno  delusi : svariati fischietti in terracotta raffiguranti figure fantastiche, invenzioni di strani animali (galli bianchi hanno fatto il giro del mondo), carabinieri , donne colte nell’aspetto matriarcale fanno bella mostra nelle piccole botteghe del centro storico.

Il paesaggio d’estate,  rivela tutta la sua armonia: i borghi rurali in pianura e lungo le pendici delle Murge; poche centri lungo la costa dove si alternano oliveti, vigne e coltivazioni di mandorle.

Per escursioni val la pena di visitare “Torre Guaceto” a pochi chilometri da Ostuni, un’oasi faunistica, patrimonio naturale del WWF.

Un appuntamento obbligato con il bird-watching in primavera e autunno, quando si possono ammirare bellissime specie di uccelli migratori.

Una curiosità: Torre Guaceto è una delle ultime zone umide del Mediterraneo e nelle pozze di acqua salata si moltiplicano insetti dalle forme più strane e quindi, attenti alle zanzare!

Se proprio non si puo’  fare a meno delle terme, si puo’ fare tappa a Torre Canne, con le sue acque salsoiodiche e bicarbonatosolfate  indicate per le artrosi e reumatismi, nevriti e vasculopatie.

Il nostro itinerario nella “città bianca” si conclude davanti a un bicchiere di “Ostuni” o di “Ottavianello” : le origini  di questo vino sono antiche , era già noto e apprezzato nel ‘600 , ben al di fuori dei confini meridionali. Prodotto in due tipi, bianco e rosso, quest’ultimo viene denominato “Ottavianello”, in quanto ottenuto dalle uve dell’omonimo vitigno, e ben si accompagna agli ortaggi e ai piatti a base di carne. Il bianco è ideale come aperitivo o abbinato alle pietanze a base di pesce.

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